Quando  mi riferisco  alle Aziende Ospedaliere, intendo la conduzione di sessioni di Connected We Laugh rivolte non soltanto ai dipendenti (medici ed infermieri), personale che vive costantemente sotto stress e al limite del burnout. A Roma, ma anche in altre citta’ italiane, la risata terapeutica ha trovato la sua collocazione anche in spazi riservati a pazienti oncologici o ai parenti che supportano i loro cari ammalati, per dare un boost in piu’, visto il pesante carico a cui sono sottoposti.

Questa attivita’ si e’ rivelata molto utile per distrarre la mente da pensieri al limite della disperazione, in modo da poter assistere la persona per cui si trovano li’ con maggior efficacia, dando un vero ed efficace supporto con la loro presenza. Indugiare nella negativita’ sicuramente non porta da nessuna parte: con l’attivita’ che propongo si puo’ cogliere l’occasione di distrarre la mente da quel loop per ricaricarsi e confrontarsi con altri, accantonando per quel frangente le preoccupazioni, rigenerandosi un po’ e mettendo da parte l’afflizione che comunque non giova al paziente ricoverato.

I benefici per i malati oncologici:

con la stimolazione della produzione degli ormoni del benessere, si allontana lo stress e la paura legata alla diagnosi;

promuove una prospettiva positiva perche’ una risata allieva la depressione, specialmente se praticata con un gruppo di pari;

aiuta ad alleviare il dolore grazie al rilascio di endorfine che avviene durante la pratica, fino a due ore dopo la fine della sessione;

migliore ossigenazione del corpo ed incremento della produzione delle cellule NK.

I medici e gli infermieri traggono molto beneficio dalle sessioni.

Una dottoressa che ha frequentato un mio club a Thermi, Salonicco, mi ha detto che in ospedale ci vorrebbero almeno due sessioni a settimana per aiutare il personale ad allontanare il pericolo di esaurimento nervoso, visti i ritmi a cui e’ sottoposto.

Il primo risultato e’ la diminuzione dello stress in maniera molto evidente.

Mi piace sfidare alcune categorie come queste, che sono  abituate a svolgere un gran lavoro intellettuale: con degli esercizi di ginnastica mentale o con altri che praticavo quando, da adolescente, frequentavo gli Scout, ho visto letteralmente sciogliersi dalle risate alcune di queste persone che, nello svolgere il loro lavoro, sono obbligate a mantenere un certo aplomb, come appunto  i medici. Questo le ha aiutate a mitigare il loro scetticismo circa la bonta’ di questa pratica e a dissipare buona parte dello stress con cui si erano presentate all’inizio della sessione. E avere a che fare con un medico col viso rilassato, da paziente, lo trovo senz’altro preferibile: mi da piu’ sicurezza, a prescindere da cio’ che mi deve comunicare.

In Italia, a Firenze, il Presidio Ospedaliero San Giovanni di Dio ha provveduto a far frequentare ai suoi dipendenti un corso di 20 ore per poter imparare a ridere incondizionatamente ed aumentare la resistenza allo stress.

Sul Giornale Internazionale di Infermieristica del Giugno 2019, viene riportata una ricerca effettuata a riguardo della Terapia della Risata su infermieri psichiatrici a rischio di burnout. Lo studio ha dimostrato la validita’ della risata incondizionata, e ha confermato l’attivazione di alcuni cambiamenti fisiologici e psicologici:  riduzione dello stress, dell’ansia e tensione, elevazione dell’umore, autostima, energia e vitalità, miglioramento della memoria, pensiero creativo e problema risoluzione, miglioramento delle relazioni interpersonali, aumento della cordialità e disponibilità, senso di rilassamento e effetti sulle soglie del dolore. Anche promozione del benessere psicologico.

Ridiamo insieme per guarire meglio!